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mercoledì 17 novembre 2010

La Dieta Mediterranea è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità


Nel linguaggio comune è abitudine indicare il regime alimentare con il quale ci si nutre con il termine Dieta, e noi continueremo ad utilizzare tale termine per indicare ciò che entra con grande merito tra le liste dell'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura). Il patrimonio culturale immateriale dell'umanità, già ricco di 166 elementi (in Italia è il terzo dopo "l'opera dei pupi" siciliana e "il canto a tenore" sardo), inserisce nelle proprie liste il "nostro" regime alimentare, non solo come mezzo alimentare, nutrizionale e salutistico, ma sotto la più ampia visione storica dello "stile di vita"(Dìaita: modo di vivere). La candidatura è stata presentata da Italia, Spagna, Grecia e Marocco e approvata a Nairobi in Kenia. La notizia è divulgata dal presidente della Coldiretti Sergio Marini indicandone i meriti agli agricoltori-allevatori-pescatori che hanno saputo mantenere quasi del tutto inalterata la tradizionale disponibilità delle risorse.
Quello che era inteso Mare Nostrum dagli antichi Latini, il Mar Mediterraneo, ospita, sulle rive del proprio bacino, popoli, che pur avendo identità proprie, con differenze abissali e piccole sfumature, hanno garantito una cultura comune, quella alimentare, nel corso dei millenni. Una grande fortuna è quella del bioma presente in quest'area del globo terrestre, che l'uomo, in tempi profondi, ha saputo addomesticare e sfruttare e, grazie a un radicato senso culturale, tale "fortuna" si è tramandata di padre in figlio, a volte arricchendosi di nuovi elementi, come il pomodoro (Solanum lycopersicum esculentum) e la patata (Solanum tuberosum L.) provenienti dalle Americhe.
L'importanza degli alimenti principali nella nostra dieta si evince dalla storia. I commercianti Fenici prima, i conquistatori Greci, Latini e Arabi dopo, hanno garantito la divulgazione delle colture di base nella nostra dieta, portando ovunque conoscenza, usi e costumi. La convivialità della tavola è retaggio di tali culture. L'azione preventiva degli alimenti sulla salute proviene dalla visione "olistica" del corpo umano
di Ippocrate, nel V secolo a.C., con le sue "teorie umorali".
Gli stessi alimenti che troviamo descritti nel poemetto eroicomico di Archestrato di Gela, "Hedypatheia", e in quello di Ateneo di Naucrati, "I Deipnosofisti", nel IV e III secolo a.C., li ritroviamo sulle nostre tavole. Lorenzo Piroddi e Ancel Keys, entrambi medici, nel secolo scorso, promuovono la dieta mediterranea come fattore preventivo delle malattie cardiocircolatorie e dismetaboliche.
Cibo è sinonimo di cultura, storia, tradizione, scienza e noi mediterranei abbiamo saputo sfruttare tutto ciò con grande maestria fino al riconoscimento ufficiale.
Un grandissimo riconoscimento che gratifica i neolaureati in "Scienze dell'Enogastronomia Mediterranea e Salute" di Messina e spinge con orgoglio i docenti e attuali studenti nel proseguire con uguale impegno alla divulgazione e conoscenza dello Stile Mediterraneo nel mondo.
Ad maiora semper.

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